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Un giorno, passati i sessanta, mi è venuta voglia di seguire un corso di scrittura creativa. Avevo passata la vita di fronte al foglio di carta, mai dietro. Quelli che trasporto sul mio blog Lapis Haematites sono gli esercizi in classe e a casa seguiti da Antonella Iadicicco. Sono le aperture verso mondi inesistenti, a volte tanto vicini altre così lontani. Che piacevole fatica aprire i varchi attraverso i quali prendono forma luci, suoni, odori, persone, fatti. Come in un diario lascio qui i miei viaggi. Se qualcuno tra i lettori saprà farli entrare in se per pochi minuti, sarà mio piacere aver regalato piccole emozioni.

sabato 27 ottobre 2007

GIANCARLO PARISI TRA MULTICULTURA E ETNO-FOLK


scarica, salva con nome e diffondi Dur: 30.32min Dim: 20,9MB

Giancarlo Parisi, musicista siciliano. Dopo la riscoperta delle tradizioni musicali sicule, dopo la precedente esperienza milanese con PFM e Finardi, dopo l’uscita due anni fa di “Asino Siculo” degli Asteriskos, ci parla di nuovi progetti e multiculturalità.

Pra: Sei una delle voci, dei musicisti della Sicilia. Dalla PFM fino al Folk-Rock. C’è un peso differente tra la musica “commerciale” e quella “tradizionale”?
-GP: Nei tour con PFM, Finardi, De Andrè od adesso con Carmen Consoli, c’è una visibilità diversa rispetto al progetto Asteriskos, ad esempio.
PRA: però stiamo, con il folk etno rock guadagnando terreno…
-GP: è vero, il prodotto commerciale dura uno o due mesi. Asteriskos invece ci da risultati nel tempo, non siamo vittime di mode o prodotti di consumo
PRA: come nasce Asteiskos?
-GP: Con Massimo Laguardia e Tanino Lazzaro ci siamo conosciuti nella Taberna Milensis, gruppo precursore della rinascita folk in Sicilia, poi ho avuto l’idea di Asteriskos, sono l’autore dei brani ed il collante del gruppo. Oggi Massimo ha preso una sua strada solista ed è stato sostituito da Giacomo Farina dei Koncertu. Con la voce di quel gruppo Faisal Taher sto scrivendo materiale nuovo in siciliano ed in arabo.
PRA: Quanto è importante la passione?
-GP: Si, musica e vita e passioni condivise, sono essenziali. La nostra non è musica con ritorni commerciali. Io sono rientrato a Catania due anni fa, dopo venti anni a Milano. C’è una nuova passione per l’etno-folk, vedi anche Carmen Consoli. Non so se per mancanza di idee dell’industria discografica o vera passione.
PRA: chi ci consigli di ascoltare?
-GP: Alfio Antico, tamburellista e tammorra, Rita Botto, bravissima cantante, I Laudari da più di vent’anni nell’area di Catania. Carlo Muratori nell’area Palermitana. E’ sempre questione di gusti…
PRA: hai partecipato al Womad di Palermo
-GP: ho partecipato come Notte della Taranta con Stewart Copeland e come Asteriskos. Però non c’è stato un grande ritorno di immagine, o di scambi con altri festival
PRA: tu hai inventato la zampogna cromatica
-GP: è una elaborazione della zampogna messinese “ciaramedda” fatta con un artigiano del milanese. Amplia l’estensione e l’armonica dello strumento. Mi permette di lavorare su varie tonalità, a differenza dello strumento tradizionale
PRA: Novità per gli Asteriskos?
GP: per ora non ho nuovi pezzi mentre sta nascendo il nuovo lavoro con Faisal, sono più vicino al multietnico
PRA: come si traduce la multietnia nella realtà?
GP: è la stessa domanda che ho fatto al regista del film sull’orchestra di Piazza Vittorio. L’impressione che ho è che ognuno resti ancorato al suo mondo. E’ un problema di persone, soggettivo. Ad esempio con Faisal, arabo laico, i punti di incontro sono il percorso fatto ed i valori che ci accomunano.
PRA ed un aiuto politico da parte die comuni
-GP: non credo più in questa italietta di menzogne, partitica, non ho speranze. L’incontro può avvenire solo tra singoli di un certo tipo. Se hai fondamentalismi alle spalle non può esistere la multiculturalità. Bisogna superare i generi per trovare una sintesi che racchiuda tutti quanti
PRA: un po’ come nella musica tradizionale che non è localismo ma, nelle proprie radici, aprirsi al mondo
GP: esattamente. Anche nella musica tradizionale c’è chi non vuole contaminazioni. Ortodossia e fondamentalismo dai quali è meglio scappare. C’è bisogno di incontrasi, amare.

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